
Paolo Boni tiene in mano una lastra di grafiscultura © foto Cuchi White

Paolo Boni al lavoro nel suo laboratorio di Vallauris @ foto Cuchi White

Carla Boni con in mano un autoritratto di Paolo Boni, presso la restauratrice Francine
Swaelens, 2016 © foto F. Swaelens
Da Vicchio di Mugello alla vita artistica parigina
Un evento drammatico, il bombardamento del treno che collega Firenze a Vicchio, il suo paese, convince il giovane operaio Paolo Boni, figlio di contadini, a intraprendere un’altra strada nella vita e diventare pittore. Si iscrive al Liceo Artistico di Firenze, e diventa assistente nello studio del suo professore di scultura. È qui che incontra la giovane fotografa americana, Katherine Ann White, che diventerà sua moglie e che diventerà famosa come Cuchi White.
La coppia di artisti si stabilisce a Parigi nel 1954. I primi lavori di pittura di Paolo, soprattutto a olio, sono figurativi (In tutta la sua opera il figurativo e l’astrazione non saranno mai lontani e si compenetreranno). È l’incisione che diventerà presto il suo mezzo di espressione privilegiato e che perfezionerà durante tutta la vita. Crea la Grafiscultura, una tecnica molto originale di incisione, basata su un puzzle di metalli rivettati, che gli permetterà di stampare con un unico passaggio più colori contemporaneamente. Disegna molto. Lavora anche alla scultura in marmo, al bassorilievo in metallo con anima in legno e inizia a dipingere con i colori acrilici al loro arrivo nel 1970.
Tutta la sua produzione si è costruita fuori dai sentieri battuti ed è contrassegnata da una singolare originalità che la renderà un’opera a parte. Alla fine della sua vita, la sua ossessione per il rilievo trova la sua apoteosi nel legno dipinto, ritagliato, multicolore e multiforme, la cui potente creatività sintetizzerà una vita di sperimentazione artistica.
Da Vicchio di Mugello alla vita artistica parigina
Un evento drammatico, il bombardamento del treno che collega Firenze a Vicchio, il suo paese, convince il giovane operaio Paolo Boni, figlio di contadini, a intraprendere un’altra strada nella vita e diventare pittore. Si iscrive al Liceo Artistico di Firenze, e diventa assistente nello studio del suo professore di scultura. È qui che incontra la giovane fotografa americana, Katherine Ann White, che diventerà sua moglie e che diventerà famosa come Cuchi White.
La coppia di artisti si stabilisce a Parigi nel 1954. I primi lavori di pittura di Paolo, soprattutto a olio, sono figurativi (In tutta la sua opera il figurativo e l’astrazione non saranno mai lontani e si compenetreranno). È l’incisione che diventerà presto il suo mezzo di espressione privilegiato e che perfezionerà durante tutta la vita. Crea la Grafiscultura, una tecnica molto originale di incisione, basata su un puzzle di metalli rivettati, che gli permetterà di stampare con un unico passaggio più colori contemporaneamente. Disegna molto. Lavora anche alla scultura in marmo, al bassorilievo in metallo con anima in legno e inizia a dipingere con i colori acrilici al loro arrivo nel 1970.
Tutta la sua produzione si è costruita fuori dai sentieri battuti ed è contrassegnata da una singolare originalità che la renderà un’opera a parte. Alla fine della sua vita, la sua ossessione per il rilievo trova la sua apoteosi nel legno dipinto, ritagliato, multicolore e multiforme, la cui potente creatività sintetizzerà una vita di sperimentazione artistica.

Paolo Boni al lavoro nel suo laboratorio di Vallauris @ foto Cuchi White

Carla Boni con in mano un autoritratto di Paolo Boni, presso la restauratrice Francine
Swaelens, 2016 © foto F. Swaelens